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Nell’attesa e forte speranza che il conflitto possa fermarsi, arrivano le ricadute sul mondo dell’auto.
Partiamo col dire che è probabilmente uno degli ultimi problemi, che speriamo in una risoluzione pacifica al più presto tra Russia ed Ucraina con il pensiero a tutti coloro che stanno soffrendo in questi momenti.
Sia l’Europa che altre nazioni hanno annunciato forti sanzioni nei confronti della Russia e dei sui mercati che porteranno a delle sistematiche reazioni da parte delle aziende.
In primis sarà l’energia a farne le spese, con il gas che aumenta del 30% (anche il trasporto quindi di materiali e viveri aumenta vertiginosamente) ed il petrolio che sfonda il muro dei 100 dollari al barile. Gli automobilisti avranno notato il prezzo stellare del carburante (1,86 euro in modalità self e il gasolio arriva a 1,733) con il servito che supera i 2 euro al litro, prezzi astronomici per chi viaggia!
Gli effetti dello scontro si riversano anche sulle case automobilistiche (per via soprattutto delle sanzioni messe in atto dai paesi occidentali).
Volkswagen ha sospeso gli impianti di Zwickau e Dresda per la difficoltà nell’approvvigionamento di componenti (oltre a questo è palese anche la preoccupazione e la difficoltà nel lavorare a pieno regime in un momento così delicato). Gli stabilimenti di Volkswagen costruiscono Tiguan, Polo e Skoda Rapid oltre costruire motori e assemblare Audi Q7 e Q8 da kit inviati dall’estero.
Renault sospende quasi tutte le attività nonostante, tramite Avtovaz, controlli il marchio Lada (tra i più venduti in Russia) ed il paese rappresenti il secondo mercato più importante per Renault.
Volvo ha completamente bloccato la consegna di veicoli per evitare qualsiasi rischio di sanzioni, anche Volkswagen, General Motors e Mitsubishi ha seguito senza indugi.
Hyundai ha chiuso lo stabilimento a San Pietroburgo mentre Stellantis ha totalmente fermato le produzioni in Russia. Proprio quest’ultima aveva annunciato a gennaio di voler esportare furgoni costruiti a Kaluga, brutto colpo dopo un grande investimento.
Non si salva nemmeno Mercedes-Benz che produce la Classe E a nord di Mosca in uno stabilimento da oltre 1000 dipendenti. La preoccupazione è molta ed in ballo ci sono anche tanti posti di lavoro.
Il mondo delle auto è stato tra i più colpiti dalla pandemia globale, la guerra tra Russia ed Ucraina è un colpo che difficilmente può essere assorbito dalle case automobilistiche. C’è bisogno di una soluzione rapida in primis per salvare vite umane e poi per salvare l’economia globale.
E’ un conflitto che fa male a tutti, speriamo che questo messaggio passi al più presto
#Stopwar