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A Valencia l’ultima gara del dottore più famoso al mondo
“Speravo de’ mori’ prima”, un po’ per riprendere la serie Tv dedicata a Francesco Totti. Domenica Valentino Rossi dirà definitivamente addio alle moto, dopo 25 anni in sella, nove titoli mondiali, 115 successi e 235 podi. La fine di un’era, un pilota che ha cambiato la storia del motociclismo, il modo di guidare ed il modo di vincere.
Un pilota amato, apprezzato da molti, che è riuscito a creare il cosiddetto muro giallo: migliaia di tifosi (milioni in tutto il mondo) che riempivano le tribune dei circuiti con il numero 46 scritto a caratteri cubitali. Un ragazzo semplice, umile, che faceva sorridere nelle interviste pre-post gara ma che in pista era una scheggia senza rivali.
Il dottore che ha segnato un po’ la vita di ognuno di noi, ha avvicinato l’Italia al mondo del motociclismo, ha dominato la scena internazionale come mai nessuno era riuscito a fare prima. Ha incontrato moltissimi rivali, da Biaggi a Stoner, passando per Gibernau e Lorenzo, battagliando gara dopo gara e dando spettacolo.
Tutto nasce nel 1996, quando il dottore inizia con il mondiale 125 in sella all’Aprilia RS 125 R, l’anno dopo vince il suo primo mondiale in sella all’Aprilia ufficiale. E’ nata una stella. L’anno dopo sbarca in 250 dove bissa il successo mondiale ed in poco si ritrova in sella alla 500.
La carriera ha ormai preso il volo, la storia la conoscete tutti ed il suo nome è leggenda. Fino a domenica sarà bello ripercorrere la carriera di un pilota unico, il migliore della storia per molti. Le televisioni manderanno in onda i tributi che colleghi, fan, giornalisti e Vip dedicheranno al dottore, sottolineando come sia diventato un’icona del Made in Italy e del motociclismo mondiale.
Rossi sembra sereno, si gode questo weekend da protagonista (non in pista come vorremmo purtroppo) come accade da 25 anni. Dopo lotte, battaglie, mondiali vinti e mondiali persi, è arrivato il momento di lasciare spazio ai giovani, di dire addio al mondo che lui stesso ha modellato.
Domenica intorno alle 15 un ultimo interminabile applauso, una lacrima per alcuni, e poi sarà sipario.
Grazie Vale.